Programmazione Neuro Linguistica: la mia esperienza con la PNL

Oggi, più che parlare di PNL, voglio condividere con voi la mia prima esperienza con la PNL. Penso che chiunque abbia sentito parlare di questa disciplina senza magari aver ancora capito bene di cosa tratti veramente, possa essere interessato. 

Bene, la PNL mi ha cambiato la vita. Nel maggio del 2005 venivo da un periodo difficile. Ero molto giù di morale per aver perso da poco mio padre e le cose sul lavoro, nonostante ci avessi investito molto, non andavano molto bene. Decido di partire per una vacanza con mia moglie e portare con me un libro sulla PNL che avevo appena comprato: “il potere delle parole e della PNL” di R.Dilts che poi divorai in pochi giorni. Rimasi catturato e affascinato dai suoi contenuti che per la prima volta mi facevano riflettere sul fatto che alcune parole, e il come etichettiamo certe esperienze, potevano decidere il corso di un’intera esistenza.  Tornato da quel viaggio, sotto la spinta degli insegnamenti che avevo appreso con quel libro, decisi di affrontare le mie incertezze, andai a vivere all’estero e diedi una svolta alla mia carriera.

Da allora ho letto molto sulla Programmazione Neuro Linguistica, sui loro fondatori Richard Bandler e John Grinder, e i libri dei tanti altri che si sono impegnati per studiarne gli sviluppi e applicazioni.  L’obiettivo pratico della PNL è comprendere come alcune persone riescano ad ottenere determinati risultati. Studiando i soggetti che nel loro campo hanno avuto successo, si cercavano di determinare dei modelli riapplicabili per altri soggetti. I concetti della PNL sono tanti e troppi per essere sintetizzati senza rischiare di banalizzarli. Per questo ho deciso di citare non tanto i concetti della PNL ma quelli che hanno avuto effetto su di me, sulla mia personale esperienza.

1. Io sono il responsabile primo della comunicazione. Questa è la prima consapevolezza che la PNL mi ha dato. Da quel momento, indipendentemente da chi ho di fronte, ho deciso di assumermi la piena responsabilità del dialogo con l’altro. Questo è stato un salto quantico per me, visto che fino ad allora, se qualcosa non funzionava, era sempre “colpa” dell’altro. La PNL mi ha dato gli strumenti per capire fino in fondo come interpretare la posizione del mio interlocutore e come spiegare la mia.
2. La mappa non è il territorio. Esiste un territorio ma è la nostra mappa del mondo che fa la differenza. Ciò implica che non esista una realtà oggettiva ma solo una realtà soggettiva, ovvero quella che viene percepita dall’individuo attraverso i propri sensi. Gli eventi quindi sono sempre reinterpretati e interpretabili attraverso le nostre percezioni. Vi è capitato di vedere due persone litigare su un evento accaduto e ritenere che entrambi abbiano ragione? Lo stesso evento viene percepito in maniera completamente diversa non tanto per difendere la propria posizione ma perché lo stesso evento viene visto, vissuto e decodificato in maniera diversa. Questo offre a noi la possibilità di interpretare anche gli eventi più difficili in maniera costruttiva e addirittura reinterpretare eventi accadutaci nel passato imparando a vederle il lato migliore.
3. Il ruolo fondamentale delle credenze. Ci sono alcune interpretazioni del mondo che fanno la differenza nella nostra vita. Le credenze sono quelle interpretazioni profonde, quelle lenti attraverso le quali tutto quello che ci circonda viene filtrato. Così se un soggetto ha la credenza che “nella vita e nel lavoro l’unica cosa che conta è la fortuna” mentre un altro soggetto ha la credenza “tutto si puo’ ottenere con impegno e passione”, chi secondo voi avrà più successo nella vita? Esistono delle credenze “limitanti” come quelle del primo soggetto e delle credenze “potenzianti” come quelle del secondo. Il bello è che, una volta comprese, le credenze limitanti possono essere trasformate in potenzianti.

Mi fermo qui, sicuro di riprendere in maniera più approfondita gli argomenti citati.