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sabato 17 dicembre 2011

Le regole per lasciare il segno

Tutti parlano, molti comunicano, pochi lasciano il segno. Quante volte vi è capitato di ascoltare qualcuno e pensare a qualcos'altro o di non vedere l’ora di essere altrove. Bene fate in modo che non capiti ai vostri ascoltatori o lettori. Eccovi pochi semplici accorgimenti per fare in modo di non far dimenticare le vostre parole. 

Dai voce alla semplicità. Non date retta a chi parla in modo forbito per stupire, o a chi fa giri di parole, supposizioni, complesse argomentazioni.... “La semplicità è l’estrema perfezione” come diceva Leonardo Da Vinci. “Se non sai spiegare in modo semplice, non l’hai capito abbastanza bene” per citare Albert Einstein. Insomma, ho scomodato due tra le più grandi menti della nostra storia per ribadire che, se vuoi arrivare in maniera diretta alle persone, devi farlo attraverso la semplicità. Le tue idee diventeranno molte più convincenti di quanto riesci ad immaginare se espresse attraverso la forza della semplicità. Le persone insicure sono quelle che complicano le cose.

Usa i post-it mentali. Avete presente i post-it? Quei foglietti adesivi gialli che hanno fatto grande un’azienda come 3M perché si basano su un concetto semplice: aiutare a ricordare. La nostra mente è bombardata di stimoli e distrazioni, ha bisogno di solleciti per ricordare qualcosa e non lasciarlo andare nell’oblio. Un post-it mentale è qualcosa di “emotivamente coinvolgente”. Se qualcosa è capace di suscitare emozioni allora potrà essere memorizzato. Usate parole concrete e ad alto impatto emotivo. Link: Linguaggio verbale: trasmettere emozioni per lasciare il segno.

Impara da Twitter. Essere sintetici, usare un unico tema e creare delle headline, ovvero dei titoli impattanti, come quelli dei giornali. Twitter ti obbliga a contenere i messaggi in massimo 140 battute, comprensivi di spazi e virgole. Quindi ci obbliga ad essere brevi e diretti.

Usa gli slogan. Impara dai pubblicitari che riescono ad esprimere con delle frasi memorabili dei concetti che fanno centro. Partono sempre da una domanda importante: cosa veramente interessa il consumatore/cliente/lettore/destinatario…? Qual è il vero beneficio o vantaggio per loro? Poi sono capaci di esprimerlo  un’unica frase ad effetto. Sicuramente ti ricordi frasi come “Dove c’è Barilla, c’è casa”, “Dash, più bianco non si può”, “Vodafone, tutto intorno a te”…. non è un caso.

Appassionali. Se tu non sei appassionato, ovvero entusiasta e accalorato, di quello che stai trasmettendo, come potrebbero esserlo i tuoi ascoltatori? Per poter suscitare passione devi inoltre parlare di qualcosa che appassiona loro. Alla gente non interessi tu, interessa se stessa. Quindi scopri cosa li appassiona e poi crea un legame con quello che appassiona te. Raccontaglielo in una storia perché le storie ben raccontate piacciono, le storie intrattengono, le storie vendono. Compriamo storie quando acquistiamo prodotti, quando votiamo politici, quando ci lasciamo sedurre da un marchio o da un capo d’abbigliamento griffato. Link:  Le STORIE che seducono (story telling).

Altri link utili.


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